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LA
TERRA PIÙ BELLA
Da
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Anno
1950 - N° 2
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Un padre e una madre
con due bambini vivevano in unisola sterile, in
mezzo ad un grande oceano, sulla quale essi erano
approdati quando la nave su cui viaggiavano era stata
sorpresa dalla tempesta ed era affondata.
I bambini, abituati
a quel genere di vita fin dalla loro infanzia,
avevano completamente dimenticato come erano capitati
colà, pertanto non conoscevano nulla del mondo dal
quale erano partiti parecchi anni prima.
Pane, latte, burro, frutta e tutte le delicatezze
della vita, che così facilmente si possono avere
del mondo, erano tutte cose a loro sconosciute.
Un giorno un piccolo
vascello si avvicinò allisola e vi sbarcarono
quattro mori.
Il
padre risolvette di avventurarsi da solo per primo
La
madre e i figli piansero quando videro che egli si
imbarcava su quel fragile vascello, anche per il fatto
che si sarebbe trovato solo in compagnia di quei quattro
uomini neri.
Egli però disse loro:
«Non piangete! Oltremare, dove io sto per andare, le
cose sono migliori di qui, e verrete anche voi tutti dopo
di me tra breve tempo».
Quando
la navicella venne ancora e portò via la madre, i
bambini piansero, ma anchella disse loro:
«Non
piangete! Noi ci vedremo ancora presto tutti insieme in
quella terra più bella verso la quale io sto per andare,
e saremo mille volte più felici di quello che noi siamo
ora su questa arida e fredda isola».
Finalmente
la navicella venne a prendere anche i due bambini.
Essi
furono molto spaventati al pensiero che dovevano andare
con quegli uomini così neri, ed inoltre tremavano
pensando alle burrasche e alle tempeste che avrebbero
potuto subire in mare attraverso cui essi dovevano andare.
Tuttavia si imbarcarono pieni di timore e tremore finché
non furono in vista della terra.
Quando i bambini
arrivarono alla fine del loro viaggio, tutto il loro
terrore si cambiò in una gioia traboccante.
I loro genitori
erano ad aspettarli sulla spiaggia, porsero loro
la mano per aiutarli ad atterrare, li
abbracciarono appassionatamente e li condussero
nella loro casa, circondata da bellissimi
giardini, ricolmi dei più fragranti frutti e dei
più smaglianti fiori. Là essi mangiarono latte,
miele e frutti deliziosi.
«Oh,
come siamo stati sciocchi ad essere spaventati!» dissero
i fanciulli. «Invece di terrore noi avremmo
dovuto esprimere la più grande gioia quando i quattro
mori vennero a prenderci per portarci in questo
meraviglioso paese».
«Miei cari
figlioli»,
disse loro il padre, «il
nostro viaggio dallisola deserta a questa
amabile e fertile terra ha, per noi, il più alto
significato.
Un viaggio molto più lungo,
verso un Paese di gran lunga migliore di questo,
dovrà essere fatto da ciascuno di noi, un giorno
o laltro.
Tutta la terra, sulla quale
viviamo, rappresenta unisola; il magnifico
paese in cui siamo ora è una pallida immagine
del Cielo; il viaggio fatto sul mare burrascoso
è il trapasso della nostra vita.
Il piccolo vascello, sul
quale noi viaggiammo, rappresenta il cofano, nel
quale gli uomini vestiti di nero ci metteranno
quando moriremo.
Perciò, quando sarà
lora in cui io e la mamma dovremo lasciare
questo mondo, non siate spaventati e addolorati,
poiché, per i salvati che hanno amato Iddio e
che hanno operato secondo il Suo volere, la morte
è soltanto un viaggio verso la Terra più
bella» |
«Io
ti farò salire da quel paese in un paese buono e largo;
in un paese stillante latte e miele»
(Esodo 3:8)
(Tradotto
dallinglese da G. B.)
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